mercoledì 8 dicembre 2010

Costadilà, Azienda di Articoltura


Oggi Playwine vi porta alla scoperta di un azienda e del suo vino, fatto da persone che credono in un rapporto diverso con il proprio territorio e tutti gli esseri, animali o piante che lo popolano. Tutto ciò a noi regala uno spumante emozionante, diverso, di piacevole beva.
Costadilà è un azienda agricola situata a Tarzo in provincia di Treviso, oltre all’uva coltivano ortaggi e allevano suini e capre.
Si definiscono Azienda di Articoltura, in quanto come mission hanno quella di produrre seguendo vecchi saperi, riscoprendo semi di varietà dimenticate e allevando razze quasi estinte.
Il vino da loro prodotto rispecchia la filosofia aziendale, già la bottiglia è semplice ma particolare, trasparente, chiusa dal tappo a corona, non riporta il nome ma solo l’altitudine delle vigne (280m slm), un bel logo pulito e un etichetta appesa al collo ci dice che quello in bottiglia è un Vino Bianco Frizzante I.G.T. dei Colli Trevigiani, ha una percentuale del 11,5% di alcool, è rifermentato in bottiglia, non ha aggiunta di solforosa.
Questo vino si trova intorno ai 10 euro e si va a posizionare, per zona di produzione e tipologia, nonostante le uve diverse (qui abbiamo un uvaggio con uve tipiche, non specificate, sia bianche che rosse) nella fascia dei Prosecchi.
Nel bicchiere sembra birra, una Weiss, è velato, schiuma abbastanza persistente “birrosa”, confonde e un pò spaventa, niente luminosità per questo spumante ma torbidità.
Il profumo è abbastanza intenso, si sente l’uva Prosecco, arancia, frutta bianca, sentori dati dai lieviti, mineralalità, vino quasi complesso, abbastanza fine, finale piacevolmente amarognolo, abbastanza persistente.
L’assaggio è molto piacevole, bell’ingresso, l’anidride carbonica crea una schiuma morbida che si diffonde per tutto il palato, torna l’arancia, si sente il prosecco, bella freschezza, grande mineralità.
Si immagina facilmente con antipasti, carni bianche, pesci e verdure.
Qui siamo a confronto con un vino cosidetto “naturale” prodotto secondo la filosofia aziendale, l’ Articoltura, riscoprendo vecchi modi di fare vino, cose come una resa di 100 quintali per ettaro, vigneti di 30/40 anni, raccolta manuale delle uve. In cantina viene lasciato macerare per 15 giorni sulle bucce, a temperatura non controllata e con lieviti indigeni, successivamente viene affinato per circa 5 mesi sulle fecce, poi si procede alla rifermentazione in bottiglia e infine viene aggiunto mosto non fermentato proveniente da torchiature delle stesse uve lasciate a fermentare fino a Marzo. Non viene aggiunta solforosa. Un altro spumante fuori dagli schemi, degustato per voi. Senza dubbio buono, nessun difetto, proposto ad un prezzo più che onesto, è un esperienza bere questo vino, grande nella sua semplicità e naturalezza, non è certo il solito Prosecco.
Ho avuto la fortuna di assaggiare, comprare e conoscere questo vino con uno dei produttori, personaggio veramente molto simpatico, ricordo una sua ardita nota di degustazione su due vini rossi del grande e altrettanto simpatico Henry Milan, ne definiva uno più cattolico e l’altro più calvinista, può sembrare una sparata ma in realtà era una divertente similitudine per spiegare due differenti stili di produzione. Tutto ciò al discusso evento Semplicemente Uva, di cui nonostante l’infelice scelta della data, (la stessa di La terra Trema tenutasi al Leoncavallo sempre a Milano), non si può rimproverare la scelta dei produttori, quasi tutti ottimi con alcune eccellenze, quali Radikon, il già citato Milan e De Bartoli.

P.s.:
Abbiamo pensato di confrontare quasto spumante con uno di pari valore commerciale, un Carpene Malvolti Prosecco Superiore di Conegliano D.O.C.G., proveniente dalla G.D.O., ma la disparità delle forze in campo ha reso impossibile qualsiasi paragone (chiaramente ad appannaggio del Costadilà).






1 commento:

  1. vi segnalo la pagina facebook dell'azienda http://www.facebook.com/pages/Costadila/179577928720342?v=app_4949752878&ref=ts

    RispondiElimina